La riforestazione è l’azione da parte dell’uomo di rigenerare le foreste che vengono distrutte per lo sfruttamento del legname, incendi o la conversione in pascoli e terreni agricoli. Così viene definita dal WWF e riteniamo che sia un significato sempre attuale.
Il rinverdimento, è l’azione da parte dell’uomo di miglioramento di un luogo o un ambiente, attraverso la piantumazione di giovani piante, in grado di mitigare i danni derivanti da fenomeni climatici estremi o aumentare la qualità del verde pubblico o privato.
Di per sé i due concetti espressi si assomigliano e sono complementari l’uno all’altro. In sostanza, si differenziano perché la riforestazione riguarda interventi di grande portata e grandi spazi, con centinaia o migliaia di piante di diversi tipi in un unico progetto. Gli interventi di rinverdimento, di norma, sono di dimensioni più contenute e molto più capillari sul territorio.
Il processo di riforestazione, infatti, dura decine di anni, perché comporta la ricostruzione di un ecosistema foresta, con decine di varietà di piante ed organismi differenti, che devono convivere in armonia tra di loro.
Il rinverdimento invece riguarda progetti pubblici o privati, locali, con specie di piante autoctone che vengono immesse all’interno di un paesaggio. L’obiettivo intende abbellire e migliorare agronomicamente un contesto urbano o aumentare il numero piante pro-capite per zona.
In entrambi i casi, però, le piante necessitano di protezione, fintanto che non saranno attecchite nel nuovo ambiente e inizieranno a svilupparsi in modo autonomo e sano.