Questi prodotti, tuttavia, hanno la caratteristica che spesso sono “volatili” o vengono facilmente dispersi (dal vento, dalla pioggia, dal passaggio a piedi o dalle lavorazioni per manutenzione dei giardinieri).
Per le loro caratteristiche, sono stati progressivamente rimpiazzati dal telo biodegradabile da pacciamatura, più pratico e resistente alle intemperie o al calpestio.
I teli da pacciamatura biodegradabili, sono prodotti in pochi e scelti materiali. Tra i principali troviamo la juta, la canapa o materiali compostabili come il PLA che si ottengono dalla lavorazione industriale dell’amido di mais.
In pochi sanno che, per le normative italiane ed europee, in materia di certificazioni di biodegradabilità dei prodotti, un materiale per definirsi “Bio” dovrebbe durare al massimo 9 mesi in campo.
Per questo molte pacciamature naturali, che durano anche qualche anno, possono solo essere definite biocompatibili o adatte per un utilizzo in agricoltura biologica. Di qui la prima grande differenza con le pacciamature di tipo sintetico che superano abbondantemente questo lasso temporale e risultano perciò più vantaggiose come rapporto durata/costo di acquisto.
Perché allora scegliere una pacciamatura bio?
Esse devono essere scelte per fornire alle piante che si vogliono difendere, un “Vantaggio Competitivo” contro le infestanti.
Le paaciamature BIO, non svolgono una funzione di barriera totale, ma avvantaggiano le piantine, che una volta cresciute, andranno da sole a coprire e competere con le infestanti.